Sono passati sette anni e nulla è stato fatto per recuperare il relitto e i corpi delle vittime, restituire loro dignità e riconsegnare questo episodio, senza menzogne né omertà, alla storia.
Il Teatro della Cooperativa ha deciso di dare voce a questa tragedia tramite il mezzo che più gli è consono: il teatro. Il teatro, come unico spazio in cui una comunità possa ancora riconoscersi, raccontarsi, condividere emozioni, prendere posizione.
Il testo teatrale, scritto un anno fa da Giovanni Maria Bellu e Renato Sarti in collaborazione con Bebo Storti, è basato su una rigorosa cronaca degli eventi. "L'intento registico - spiega Sarti - è quello di fare ricorso a tutti gli elementi tipici del teatro comico e del cabaret, quali improvvisazione e coinvolgimento degli spettatori, per un impatto diretto e scioccante".
E se, da una parte, il Teatro della Cooperativa non gode ancora di sufficienti risorse economiche per dar vita da solo ad una nuova produzione teatrale, dall'altra vuole eleggere la comunità - la società civile - come suo "produttore" più affine.
Questo episodio è una sintesi drammatica della vasta problematica connessa al tema dell'immigrazione: la disperazione degli immigrati, il silenzio delle autorità e dei mass media, la ferocia dei trafficanti di esseri umani, la terribile indifferenza e paura della nostra società.
Proprio per il carattere umano, sociale e politico della vicenda, il "Progetto Nave Fantasma" muove dal teatro ma intende sollecitare e raggiungere la collettività e coinvolgere tutti gli aspetti del vivere civile.
Per la sottoscrizione:
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Causale: Nave Fantasma
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